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Lo scontro Anp-Hamas taglia l’energia elettrica alla Striscia di Gaza

Blackout sulla Striscia. Lo scontro politico tra Hamas e l'Ano costringe Gaza a restare al buio per molte ore al giorno (foto Ap)

Il braccio di ferro tra le due autorità palestinesi (Anp e Hamas) s’inasprisce. E a pagare le conseguenze è la popolazione di Gaza. Che, da qualche giorno, si ritrova al buio. Meglio: è l’intera Striscia a trovarsi senza elettricità. E nei prossimi giorni non andrà meglio: le limitazioni di energia elettrica aumenteranno ancora. Fino a privare di corrente l’area per dodici o sedici ore.

Ma questa volta Israele non c’entra niente. Perché il blackout di Gaza è solo il frutto di uno scontro aspro tra Autorità nazionale palestinese (che governa in Cisgiordania) e Hamas (che comanda nella Striscia). Scontro che ha portato allo spegnimento dell’unica centrale elettrica di Gaza per carenza di gasolio. Carburante che, secondo gli accordi con l’Unione Europea, dovrebbe essere fornito dall’Anp. Ma quest’ultima ha deciso di non portarlo più.

I motivi sarebbero strettamente economici. «Invitiamo gli amministratori di Hamas a fare di più per farsi pagare le bollette dell’elettricità», hanno dichiarato membri dell’Autorità nazionale palestinese. «Fino a quando i civili di Gaza non avranno pagato fino all’ultimo centesimo non consegneremo altro gasolio».

L'unica centrale elettrica di Gaza. Dopo il blocco del gasolio, l'impianto è stato chiuso per carenza di carburante (foto Afp)

La disputa, però, appare soprattutto politica. L’Anp ha sempre più fretta di riprendere il controllo di Gaza e per farlo ha bisogno di screditare l’amministrazione del gruppo terroristico. Il tutto, in vista della ripresa dei colloqui di pace con Israele.

«L’interruzione dell’energia elettrica da parte dell’Anp è stata concordata direttamente con lo Stato ebraico», accusa Hamas. «Usano l’elettricità per ricatti politici». Le organizzazioni umanitarie premono perché lo scontro tra i due centri di potere palestinesi si risolva il prima possibile in modo da ripristinare l’elettricità. «Con tutti i problemi che ci sono qui nella Striscia, adesso dobbiamo fare fronte anche a questo», ha detto sconsolato John Ging, direttore dell’Unrwa per l’area. «Questo è un problema palestinese – ha proseguito –, fa soffrire i palestinesi e deve essere risolto soltanto tra i palestinesi».

Nell’attesa che qualcosa si smuova, a Gaza il termometro non scende mai sotto i trenta gradi – nemmeno di sera – e fuori da negozi, bar e ristoranti sono tornati a ronzare senza sosta i generatori di energia elettrica.

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