«La verità è che non sai mai quando puoi farle le foto. Se a loro va tu riesci a portare a casa qualche scatto. Se a loro non va, ti prendono a calci, fino a cacciarti dal posto che ti interessava immortalare». Pavel Wolberg è un fotografo particolare: non segue molto le frizioni israelo-palestinesi. Gli interessa infilarsi nei posti meno accessibili dello Stato ebraico: la comunità hassidica.
Nato nella russa Leningrado (oggi San Pietroburgo) nel 1966, Wolberg vive e lavora a Tel Aviv. Ha iniziato a fare il freelance nel 1999. E da allora, a due passi da casa sua – nel quartiere-città di Bnei Brak – ha iniziato i suoi primi scatti all’interno degli ebrei ultraortodossi. Da lì si è poi spostato nel più famoso Mea Shearim, a Gerusalemme.
Circoncisioni, matrimoni, ricorrenze religiose, funerali. Ogni momento della vita degli ultrareligiosi è finito nelle pellicole di Wolberg. Una passione iniziata proprio quando, per caso, s’è ritrovato nel bel mezzo della cerimonia nuziale. E da quel momento il fotografo ha deciso che non si sarebbe perso nessun evento.
«Ho iniziato a interessarmi di questo mondo perché è così diverso dal mio, anche se è a cinque minuti da casa», spiega Wolberg. «È una comunità che io vedo tutti i giorni». Una comunità che non sempre si fa fotografare. Per non parlare del fatto che i loro eventi sono sempre molto affollati. E così bisogna diventare anche abili a trovare il posto migliore.
A Wolberg piace molto il Purim, l’evento nel quale soprattutto i piccoli vanno in giro con delle maschere. «Mi piace fotografare gli hassidici durante Purim perché sono quasi sempre ubriachi – continua –. Puoi andare a casa loro, mangiare con loro, passare il tempo e chiacchierare. È tutta gente molto alla mano».
La verità è che tra gli hassidici il tempo s’è fermato al 18° secolo, cioè il periodo in cui è nata questa corrente dell’Ebraismo. I vestiti sono gli stessi. La filosofia di vita pure. «Vivono e si muovono in modo diverso dal resto degl’israeliani», spiega Wolberg. Ed è anche per questo che decine dei suoi scatti compongono la collezione «Un mondo a parte: le foto sulla comunità hassidica in Israele».
© Leonard Berberi