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Va di scena il gay pride, in migliaia sfilano a Tel Aviv

Il Municipio di Tel Aviv color arcobaleno in omaggio al gay pride di quest'anno (foto di Yosi Keret)

Il Municipio di Tel Aviv color arcobaleno in omaggio al gay pride di quest’anno (foto di Yosi Keret)

La prima cosa che ti dicono i gay d’Israele è che, alla fin fine, la risposta è tutta in una parola: «gayim». Vuol dire «orgoglioso», in ebraico. E, ti spiegano sul lungomare di Tel Aviv, è così incredibilmente simile a quell’altra – gay, appunto – che è tabù già a una cinquantina di chilometri dalla città che non dorme mai. Che nel 2011 è stata eletta la città più omosex del mondo. E che, quand’è diventato legale, è stata anche la destinazione della luna di miele della prima coppia francese marito-marito.

A dispetto della scaramanzia e dei precetti religiosi che chiedono il riposo assoluto dal pomeriggio in avanti, a Tel Aviv si svolge venerdì 13 il «Gay pride» edizione 2014. Un evento che, quest’anno, dovrebbe vedere la presenza di quasi diecimila omosessuali arrivati da tutto il mondo per sfilare in una città tappezzata di scritte di benvenuto, di bandiere arcobaleno, di inviti a gustarsi le sue attrazioni turistiche. Perché, come spiegano tutte le ricerche di mercato, il cliente gay è anche quello che spende di più quando è in vacanza.

L'Hilton Beach, a Tel Aviv, è la spiaggia più frequentata dai turisti omosessuali (foto Shutterstock)

L’Hilton Beach, a Tel Aviv, è la spiaggia più frequentata dai turisti omosessuali (foto Shutterstock)

«Stiamo cercando di diventare un modello di apertura, pluralismo e tolleranza», ha spiegato all’Associated Press il sindaco Ron Huldai mostrando la sede del Municipio con i neon di tutti i colori in omaggio alla gay parade, poi i preparativi all’Hilton Beach, la striscia di sabbia tra mar Mediterraneo e hotel di lusso diventata luogo di centinaia, migliaia di gay, locali e non. A Huldai s’è affiancato Dan Shapiro, ambasciatore Usa in Israele, il quale – oltre a invitare tutti a festeggiare – ha fatto issare la bandiera arcobaleno di fianco a quella americana.

«Siamo orgogliosi di far parte di questa città!» c’è scritto all’ingresso di molti supermercati della catena «Super Yuda». Anche gli uffici di Google, da fuori e di notte, sono tutti color arcobaleno. I locali – soprattutto quelli notturni – di via Nahalat Binyamin sono pronti ad accogliere i clienti omosessuali. Perché Tel Aviv ci tiene, e non poco, a far vedere al mondo quanto sia diversa, se non all’opposto, di Gerusalemme. Di là, a una quarantina di chilometri, file di turisti e pellegrini tra le vie strette del parte vecchia. Di qua musica, alcool a fiumi, feste in piscina e notti brave.

© Leonard Berberi

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