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Nuovo piano di Pace degli israeliani: confini del ’67, ritiro dal Golan e Stato palestinese

Una quarantina di ex alti ufficiali della difesa e delle forze armate, inclusi ex capi del Mossad (servizi segreti) e dello Shin-Bet (sicurezza interna), hanno preparato un piano di pace che prevede la costituzione di uno Stato palestinese in Cisgiordania e nello Striscia di Gaza, entro i confini antecedenti il conflitto del 1967, ad eccezione di limitati scambi di territori con Israele.

Secondo anticipazioni raccolte dalla stampa israeliana, il piano prevede anche che Gerusalemme est divenga capitale del futuro Stato palestinese, il ritiro di Israele dalle alture del Golan siriano e la costituzione di meccanismi di sicurezza regionale e di cooperazione economica. Il piano immagina anche indennizzi finanziari ai profughi palestinesi e il loro eventuale assorbimento nello Stato palestinese. A un piccolo numero sarà consentito tornare in Israele.

L’iniziativa, secondo i promotori, è nata dalla necessità di rispondere all’ondata di rivolte popolari che sta sconvolgendo il Medio Oriente e di lanciare un’iniziativa diplomatica israeliana in risposta allo sforzo diplomatico che i palestinesi stanno conducendo per ottenere un consenso internazionale a un’unilaterale proclamazione di indipendenza, tramite l’ Onu, il prossimo settembre.

Tra i sostenitori dell’iniziativa vi sono l’ex capo del Mossad Danny Yatom, l’ex capo dello Shin-Bet Yaacov Perri, l’ex capo di stato maggiore Amnon Lipkin-Shahak, l’ex segretario generale del partito laburista Amram Mitzna. Il piano, che intende essere la risposta di Israele al piano di pace arabo del 2002 e che si basa su vari documenti discussi da israeliani e palestinesi nel processo di pace dell’ultimo decennio, è stato presentato al premier Benyamin Netanyahu che non lo ha finora commentato, almeno in pubblico. Il premier ha accettato in passato il principio di una soluzione del conflitto basato sulla formula di due Stati. Nessun commento al piano è finora giunto da parte palestinese.

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4 risposte a "Nuovo piano di Pace degli israeliani: confini del ’67, ritiro dal Golan e Stato palestinese"

  1. Roberto ha detto:

    Ciao
    Sarebbe bello, ma mi sembra difficile che con l’attuale governo in Israele si possa arrivare a simili concessioni soprattutto quando al governo si ha persone come Avigor Lieberman che del nazionalismo esasperato (mi azzardo a chiamarlo Fascismo) hanno fatto la fonte del consenso elettorale

    • Anche secondo me questo piano è un’ottima base di partenza per i negoziati. Peccato che dica poco o nulla sulle colonie (a meno che “piccoli scambi di territori” non si riferisca proprio a questo). Quanto alla classe dirigente, io penso che al potere ci va chi sintetizza meglio la pancia delle persone. Se Lieberman è lì forse il motivo sta nel fatto che c’è ancora una componente di ultradestra ostile a qualsiasi trattativa. Non è una cosa israeliana. Succede ovunque nell’Occidente…

  2. falecius ha detto:

    Grosso modo, assomiglia _molto_ ai vari “piani di pace arabi”. Immagino che per molti israeliani, (quanti, però, non saprei)d’altra parte, un progetto del genere più che di “pace” suoni di “resa”.

  3. non sono persona di destra, ma penso sia fuorviante paragonare la situazione e la politica di israele alle destre europee e alla loro politica.
    israele è un caso a parte, destra e sinistra all’interno di israele hanno connotazioni diverse dal resto del mondo.
    non dimentichiamo che israele è uno stato fondato di recente da ben gurion, circondato da ridenti paesi tutti molto desiderosi di fare la sua amicizia…………

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