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La “stretta” di Hamas: limiti ai giornalisti stranieri, obblighi a quelli palestinesi

Miliziani di Hamas durante una delle ultime conferenze stampa a Gaza City (foto di Hatem Moussa / Ap)

Miliziani di Hamas durante una delle ultime conferenze stampa a Gaza City (foto di Hatem Moussa / Ap)

Un blitz notturno. Quando nei quartier generali i registratori ri-trasmettono il meglio della giornata televisiva. E quando i quotidiani sono ormai in stampa. Un blitz di quelli che magari vuol dire poco. O, forse, tutto. Perché nella sorpresa generale i vertici di Hamas hanno deciso che troppa libertà di stampa fa male. A loro, forse. Alla causa del Jihad, chissà. Di certo, mette in pericolo quel poco – pochissimo – di democrazia che c’è in quel pezzo di terra che si chiama Striscia di Gaza.

E allora. Limiti ai giornalisti stranieri che vogliono entrare – e raccontare – quel che succede a Gaza. Ordine – più o meno esplicito – ai cronisti locali di farla finita con le collaborazioni con la stampa israeliana e le agenzie internazionali.  Ovvio, se proprio un giornalista del posto volesse continuare a fare il «corrispondente» può pure farlo. Ma nessuno gli garantisce l’incolumità. Soprattutto di fronte a chi, da anni, vede quel manipolo di cronisti che scrive su Haaretz o Yedioth Ahronoth come spie al servizio di «entità nemiche». Peggio, come dei traditori.

Le cose saranno un po’ diverse per chi viene da fuori. Come prima tutti dovranno presentare una richiesta alle autorità centrali di Hamas. Ma mentre prima il nulla osta arrivava nel giro di una giornata, ora di tempo ce ne vorrà molto di più. I miliziani, infatti, si metteranno lì a spulciare tra gli articoli pubblicati, i tweet scritti e gli audio-video mandati in onda per cercare di capire se è stato detto/scritto/raccontato qualcosa di negativo nei confronti di Hamas. In quel caso, saranno considerati «ostili» alla causa palestinese e respinti.

Cosa voglia dire tutto questo, per ora nessuno l’ha capito. Come nessuno ha ben chiaro il motivo del gesto. Forse – azzardano i cronisti palestinesi – i miliziani islamici non hanno gradito il dossier di Human Rights Watch che di fatto boccia la gestione, politica e militare, di Hamas nella Striscia. O, più semplicemente, è solo un modo per ribadire chi comanda nell’area. Quel che è sicuro è che c’è già una vittima: la verità.

© Leonard Berberi

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2 risposte a "La “stretta” di Hamas: limiti ai giornalisti stranieri, obblighi a quelli palestinesi"

  1. Parla come Mangi ha detto:

    Da noi è già tempo che chi fa informazione oggettiva viene isolato o in ultima istanza schernito.
    Infatti siamo agli ultimi posti tra i paesi civili e non come libertà di stampa.
    Invece di cercare il pelo nell’uovo altrui guardiamocia casa nostra che abbiamo delle travi e i giornalisti nostrani non sono di certo vittime ma fiancheggiatori.

  2. Pingback: La libertà di stampa secondo Hamas | Focus On Israel

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