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La storia / Lo strano caso di Mister X, il detenuto senza nome isolato dal mondo

Chi è Mister X? Cos’ha fatto per meritarsi una delle celle più sorvegliate del mondo? Perché non può ricevere nessun tipo di visita? E soprattutto: perché Israele ha fatto sparire ogni traccia giornalistica sulla sorte del detenuto senza nome?

A squarciare il velo di segretezza sulla sorte di Mister X è stato il quotidiano on line Ynet, del gruppo mediatico del quotidiano più diffuso del paese, lo Yedioth Ahronoth. Citando fonti investigative, il giornale ha scoperto che nel carcere di massima sicurezza Ayalon, nei pressi della città di Ramla (Israele centrale) c’è un detenuto di cui non sono stati resi noti né il nome, né i reati commessi.

Le uniche cose che il giornale ha scoperto sono che Mister X è detenuto in una singola cella dell’Unità 15 del carcere, un’ala distaccata dal resto della struttura da due porte di ferro insonorizzate. Così chi è al di fuori – altri detenuti compresi – non possono né vederlo, né sentirlo.

Piccolo particolare: Mister X si troverebbe nella stessa cella costruita appositamente per Yigal Amir, il terrorista di ultradestra che ha ucciso nel 1995 Yitzhak Rabin. E nella stessa struttura dove è stato detenuto Mordechai Vanunu, il tecnico nucleare israeliano che nel 1986 rivelò al Sunday Times l’esistenza di un piano nucleare israeliano.

«Si tratta di una persona senza identità, messo in uno stato di isolamento totale dal mondo esterno», ha riferito un funzionario del carcere dietro anonimato. «Di lui nessuno di noi sa niente. Quello che si sa è che c’è qualcuno nella cella dell’Unità 15». Il blogger Richard Silverstein, attraverso il suo sito, ha fatto sapere che Mister X sarebbe detenuto per appartenenza a un gruppo terroristico.

Ma poche ore dopo, dal sito del quotidiano on line qualcuno ha fatto sparire ogni traccia dell’inchiesta pubblicata. In molti hanno puntato il dito contro lo Shin Bet, il servizio di sicurezza interno israeliano. Che, appellandosi alla possibilità di censurare delle notizie delicate per la sicurezza nazionale, potrebbe aver avuto gioco facile.

Mentre Dan Yakir, consulente legale per l’Associazione dei diritti civili in Israele, ha scritto una lettera al procuratore generale. A lui ha chiesto conto di Mister X, delle accuse che gli muove contro lo Stato ebraico, della condizione del detenuto e, soprattutto, di chi si tratti. È trascorsa quasi una settimana. Ma il procuratore non ha ancora dato alcuna risposta.

Leonard Berberi

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