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LA STORIA / Elad, il volontario che voleva volare è morto tra le fiamme. A sedici anni

E ora che l’incendio del monte Carmelo è domato, restano le macerie. E le vittime. Quarantadue. Per ora. Poi, oltre ai boschi inceneriti, oltre alle polemiche, oltre alle preghiere e oltre ai danni, restano pure loro: le famiglie dei morti. Con il loro dolore. Con le loro domande. E le loro storie.

Tzvia Riven non aveva ancora finito di togliere dai soffitti di casa i palloncini colorati e le decorazioni. Postumi di una festa di compleanno a sorpresa per l’unico figlio Elad, da pochi giorni sedicenne.

Elad Riven, 16 anni, morto mentre domava l'incendio sul monte Carmelo, a nord di Haifa

Ma la morte ha colto impreparati tutti. Il papà Emil e pure lei, Tzvia. Che, quando ha fatto entrare amici e giornalisti, non aveva fatto in tempo a dare una ripulita alla casa. Elad Riven è morto tra le fiamme sul monte Carmelo, a nord di Haifa. Tentava di domare il fuoco a pochi metri dal kibbutz di Beit Oren.

«Era tutta la mia vita», continua a ripetere la madre. E un po’ si sente in colpa. È stata lei, giovedì 2 dicembre, ad accompagnare il figlio minorenne al comando centrale dei pompieri di Haifa. Lui, Elad, era a scuola. Aveva sentito delle fiamme. Non sapeva ancora che la rabbia di fuoco stava minacciando il Paese. Così chiama la madre. Si fa aggiornare sulla situazione. Poi decide: «Mamma, vieni a prendermi a scuola e portami la divisa». Elad faceva parte dei volontari dei vigili del fuoco da quasi un anno. L’aveva deciso lui. Dicono i suoi amici: «Era uno coraggioso e altruista. Si preoccupava prima degli altri, poi della sua situazione».

Verso le due di giovedì pomeriggio mamma Tzvia chiama il figlio. Gli chiede come stavano andando le cose. Lui la rassicura. Lei si mette l’anima in pace. Fino a quando le fiamme divampano. Fino a quando tutte le tv del Paese non trasmettono la diretta senza interruzioni di quella tragedia. Fino a quando il telefono di Elad non squilla più. Fino a quando la polizia non bussa in casa Riven. Fino a quando mamma Tzvia e papà Emil non scoprono di essere rimasti soli al mondo. Loro e i palloncini colorati. Loro e le decorazioni. Loro e la memoria di un figlio che voleva guidare in cielo.

© Leonard Berberi

AGGIORNAMENTO: Lunedì mattina Ahuva Tomer, la prima donna a capo di un commissariato di polizia (quello di Haifa), non ce l’ha fatta. E’ morta all’ospedale Rambam a causa delle ustioni su tutto il corpo. La Tomer è rimasta intrappolata con la sua auto tra le fiamme del monte Carmelo.

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